La Storia
La Nocciola di Giffoni IGP presenta una forma subsferica con dimensioni e spessore del guscio medie per la specie. Di colore rossiccio con striature più scure, si caratterizza per la polpa bianca, consistente e aromatica.
Le nocciole sono coltivate in Campania da sempre, tanto che questa regione viene ritenuta il luogo di più antica coltivazione del nocciolo in Italia. Lo stesso antico nome del nocciolo, “avellano”, deriva dall’antichissima città di Abella (oggi Avella) in provincia di Avellino. A partire dal III secolo a.C. numerosi scrittori e poeti latini, da Catone a Virgilio a Plinto, ne attestano la presenza in terra campana e negli scavi di Ercolano esiste un affresco parietale, a tinte vivaci, dove sono raffigurate nocciole. Significative testimonianze si rinvengono anche in diversi reperti archeologici, quali ad esempio alcuni resti carbonizzati di nocciole, esposti al Museo Nazionale di Napoli.
Bisogna però attendere il Medioevo per avere notizie certe sulla nocciolicoltura specializzata in Campania ed in particolare sulla coltivazione della Nocciola di Giffoni.
Fino alla metà del secolo scorso dal porto di Napoli venivano esportate nocciole in Francia ed in Olanda e tale era l’importanza di questo prodotto, nell’antico Regno napoletano, che dalla fine del Seicento esistevano uffici speciali per la misurazione dei frutti secchi. Attraverso i rapporti commerciali con il resto d’Italia e con l’estero, nell’epoca borbonica, si venne così a conoscere il valore distintivo della qualità della Nocciola di Giffoni. Verso la fine del Settecento Vincenzo De Caro, storico salernitano, riferendosi alla sua terra d’origine, il Giffonese, scriveva: “l’albero della nocella è a tutti noto che alligna meravigliosamente nella maggior parte del nostro demanio”.
Fino alla metà del secolo scorso dal porto di Napoli venivano esportate nocciole in Francia ed in Olanda e tale era l’importanza di questo prodotto, nell’antico Regno napoletano, che dalla fine del Seicento esistevano uffici speciali per la misurazione dei frutti secchi. Attraverso i rapporti commerciali con il resto d’Italia e con l’estero, nell’epoca borbonica, si venne così a conoscere il valore distintivo della qualità della Nocciola di Giffoni. Verso la fine del Settecento Vincenzo De Caro, storico salernitano, riferendosi alla sua terra d’origine, il Giffonese, scriveva: “l’albero della nocella è a tutti noto che alligna meravigliosamente nella maggior parte del nostro demanio”.
Successivamente, nel Novecento, il prodotto ha registrato un’espansione colturale proprio in relazione alla forte richiesta da parte dell’industria dolciaria. Le nocciole in guscio si conservano in ambienti asciutti, freschi ed areati. Si prestano al consumo diretto al naturale, ma anche come snack denocciolato intero, ricoperto di cioccolato, o nel miele o nel torrone. Non manca come ingrediente nei piatti a base di carne.